Il Mediterraneo oltre ad essere un luogo fisico è un concetto geoculturale. Un mare che abbraccia isole, pianure, montagne, uomini e tempi. Civiltà meticce nel corso dei secoli si sono susseguite lasciando tracce profonde, radici che ancora oggi sono l’anima della nostra cultura, origine delle nostre credenze, fondamenta delle nostre tradizioni. Dalla narrazione ancestrale della mitologia, nasce, cresce e matura la memoria collettiva dei popoli che, attraverso i grandi pensatori, forma nuovi ideali e princìpi etici. La potenza e la maestosità di questa storia sono naturali e immaginifici portatori di universale bellezza. Vivo ardentemente nel Mediterraneo, ne sono figlio. Lì nel centro, vicino al mare, annuso aria e bagno i piedi nella densa materia salmastra mentre racconti e leggende, sussurrate attraverso colonne greche e cappelle bizantine, fanno sognare viaggi equorei.
Nella primavera del 2020 viaggiare era impossibile, anche solo uscire di casa era problematico. Le mura domestiche diventano un rifugio mentre il tempo crolla perdendo la sua consueta frenesia per assumere una inedita e assurda staticità. In questa sospensione, come in tanti altri momenti critici, elaboro pensieri e mi distraggo nella creatività. Anche se a pochi passi, il mio Mediterraneo era irraggiungibile, lontano, perso.
Cerco foto di passate crociere nel Tirreno, rileggo Braudel, sfoglio Matvejević, ripasso un po' di Odissea.
Sistemo vecchi schizzi e disegni, ne faccio di nuovi. Nasce un’idea e prende forma un progetto, rappresentare il Mediterraneo che ho vissuto.
Dopo quasi un anno, il risultato sono 18 tavole, 18 tappe di un viaggio immaginifico tra il Golfo di Napoli e il Mar Egeo. Rappresentazioni di flora e fauna, personaggi e paesaggi, la cultura materiale. Dopo una ricerca di ricordi, elaborazioni grafiche, prove colore, supporti e tagli di bruciature al laser, finalmente trovo la quadra adatta al mio linguaggio espressivo. Emergono simboli e icone nere stilizzate, un misto tra primordiali graffiti paleolitici (come quelli della Grotta del Genovese di Levanzo) e le eleganti figure stilizzate della pittura vascolare greca. Il giallo zolfo e il celeste puro sono i colori di sfondo che dividono l’orizzonte, uno spazio rarefatto tra cielo e mare come agli inizi della calda e spesso afosa stagione estiva.